LA PARAPSICOLOGIA ED IL PARANORMALE

ARTICOLI SUI FENOMENI PARANORMALI GLI STUDI SULLA PARAPSICOLOGIA

lunedì 3 maggio 2010

A digiuno da 70 anni: gli esperti studiano l'asceta-record

il Giornale.it

articolo di giovedì 29 aprile 2010

A digiuno da 70 anni: gli esperti studiano l'asceta-record
di Redazione

Jani ha 82 anni e sostiene di nutrirsi solo di «energia» dalla meditazione, grazie allo yoga. Ora i medici indiani lo studiano per capire come possa essere perfettamente in salute
Una vita senza mangiare. Un caso talmente incredibile, che ora gli esperti hanno deciso di studiarlo. Lui è Prahlad Jani, uno yoghi indiano che sostiene di sopravvivere da oltre 70 anni senza mangiare e bere. Ha 82 anni, vive da eremita in una grotta nello Stato settentrionale del Gujarat e si trova da una settimana in isolamento in un ospedale di Ahmedabad dove è sottoposto a un completo check-up che comprende la risonanza magnetica, controllo del cuore e elettroencefalogramma, altre a regolari analisi del sangue. I suoi movimenti sono sorvegliati da due telecamere fisse e una mobile.
Il canale televisivo Cnn-Ibn lo ha mostrato seduto sul letto nella classica posizione del loto, con una tunica rossa e un grosso anello d'oro al naso. Jani sostiene di non avere mai fame o sete, di non andare mai in bagno e di nutrirsi con le «energie» provenienti dalla meditazione e da un'antica pratica yoga. L'esperimento-studio è stato organizzato da un centro medico del ministero della Difesa con l'obiettivo di capire come sia possibile per un essere umano vivere senza alcuna alimentazione. «Se riusciamo a comprendere il fenomeno, possiamo studiare delle tecniche per aiutare le persone a resistere a fame e sete» ha spiegato il direttore del Defence Institute of Physiologist and Allied Science (Dipas), aggiungendo che la tecnica potrebbe essere utile a militari e anche astronauti in missioni spaziali.
Gli scienziati della Difesa, insieme ad alcuni esperti della Nasa, avevano già cercato una spiegazione scientifica nel 2003 quando Jani fu esaminato per una decina di giorni, sempre in una camera di ospedale controllata 24 ore su 24. I medici furono sorpresi dalle capacità dello yoghi di controllare a proprio piacimento il livello delle urine. Secondo il neurologo Sudhir Shah, che ha già studiato diversi casi di digiuno prolungato tra i santoni indiani, sembra che l'ultraottantenne «sia capace di produrre urina nella sua vescica e poi, a suo piacimento, rimandarla in circolo».
Il test durerà ancora una settimana. I medici sono sorpresi di come l'asceta, nonostante la magrezza, si trovi in ottime condizioni di salute e abbia «il cervello di un venticinquenne». Originario di un povero villaggio del Gujarat, Jani dice di aver ottenuto i suoi poteri dalla dea indù Durga. Tra la popolazione locale è considerato un «santo» e chiamato rispettosamente «mataji». Secondo gli esperti di yoga e filosofie orientali, c'è una tecnica nota come «breatarianismo» che consiste nell'assorbire tutte le sostanze vitali di cui ha bisogno un essere umano dalle «energie» dell'universo. Il digiuno è visto come un dominio della mente sul corpo.
Tuttavia ci sono molti scettici, e non solo negli ambienti medico-scientifici. Il caso di Jani è stato denunciato come una bufala dall'Indian Rationalist Association, famosa per smascherare falsi guru e santoni. «È sconvolgente che il governo e anche i medici si siano mostrati così ingenui da credere che un uomo possa vivere così a lungo senza bere e mangiare» aveva scritto il presidente Sanal Edamaruku in una lettera al ministero della Difesa.

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INDIA, IL MISTERO DEL SANTONE:"NON MANGIA DA 74 ANNI"

INDIA, IL MISTERO DEL SANTONE:
"NON MANGIA DA 74 ANNI"

Un asceta indù sopravvive senza mangiare e senza bere da 74 anni. L'uomo, che si chiama Prahlad Jani e ha 82 anni, si trova sotto esame in un ospedale dello stato settentrionale del Gujarat, secondo quanto riporta Ahmedabad Mirror. Un team di medici del Defence Institute of Physiologist and Allied Science (Dipas), un centro di ricerca della difesa, intende scoprire qual è il segreto di questa sua straordinaria capacità di resistenza, dovuta a un'antica tecnica di meditazione yoga. Jani era già stato esaminato nel 2003 da un'altra squadra di medici, che non erano riusciti a spiegare scientificamente il fenomeno. Sembra che lo «yogi», che si trova in perfetta salute, «sia capace di produrre urina nella sua vescica e poi in base alla sua volontà di rimandarla in circolo» spiega il medico Sudhar Shah. Nato in un povero villaggio del Gujarat, il santone sostiene di aver ricevuto questi suoi poteri speciali da una divinità all'età di otto anni. La tecnica è conosciuta come «breatharianismo» e consiste nel raggiungere con il potere mentale il totale dominio delle proprie funzioni corporee.





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VIDEO

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martedì 9 giugno 2009

Bimba muore cadendo da una finestra-Un mistero come è avvenuto

Bimba muore cadendo da una finestra
Palermo, durante una festa di comunione
Una bambina di 4 anni, Sofia Chiavetta, è morta domenica sera a Palermo cadendo da una finestra al quarto piano dell'Hotel San Paolo durante una festa per una prima comunione. Secondo gli investigatori, la bambina stava giocando con un gruppo di coetanei all'interno degli ascensori dell'albergo e si è persa, trovandosi da sola al quarto piano. Impaurita, avrebbe aperto una finestra cadendo nel vuoto da oltre venti metri.


A dare l'allarme sono stati gli altri bambini, dopo aver perso di vista Sofia. A quel punto, però, per la piccola non c'era ormai più nulla da fare. I genitori della piccola Sofia saranno iscritti nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio colposo. "Sarà un atto dovuto - spiegano gli inquirenti che si occupano della vicenda - percheé c'é stato l'omesso controllo della bambina". Intanto, stata ricostruita dalla Polizia, che conduce l'inchiesta coordinata dalla Procura, tutta la vicenda.

Ad aiutare gli inquirenti sono state, oltre alle testimonianze dei bambini, anche le telecamere a circuito chiuso dell'albergo, dove si stava festeggiando una prima comunione.

Il direttore dell'albergo : "Video scioccante"
"Una tragedia tremenda voluta da un destino che pare ineluttabile". E' ancora sotto shock Marcello Pizzuto, il direttore dell'hotel San Paolo Palace di Palermo teatro della tragica morte della bimba. Insieme alla polizia e ai suoi collaboratori ha visionato le immagini delle videocamere di sorveglianza piazzate lungo i corridoi che hanno ripreso gli ultimi istanti di vita della piccola Sofia .

"Sono fotogrammi agghiaccianti - ha spiegato -. Si vede la bimba che esce dall'ascensore e si ritrova sola al piano. Ha paura, chiama, ma la zona a quell'ora era vuota. Allora, in preda al panico, tira a terra un portacenere alla macchina per pulire le scarpe. Poi imbocca un corridoio, torna indietro. Apre diverse porte. Poi va verso l'ascensore che si apre per un istante. Solo che la bimba non fa in tempo a salirci perché qualcuno lo chiama da un altro piano".

Sempre più impaurita, la bimba si infila poi in un corridoio. Ai lati ci sono le porte delle stanze, lei lo percorre tutto. Davanti a sè ha l'uscita di sicurezza, a sinistra una porta che potrebbe essere la sua salvezza: dà sulle scale. La piccola però non sa leggere, spinge il maniglione e si trova su un ballatoio di circa 3 metri quadrati. Avrebbe ancora una chance: a sinistra c'è un'uscita d'emergenza che porta alle scale di sicurezza.

"Era tutto buio - ricostruisce il direttore - non si è resa conto che aveva un'altra possibilità. E' andata dritta verso il muretto di un metro e 20 che circonda il ballatoio aperto e, probabilmente facendo forza sulle mani, si è aggrappata, ha perso l'equilibrio ed è volata giù". ''E' come se davvero il suo destino fosse segnato - conclude - Nonostante le ripetute vie d'uscita incontrate è andata dritta verso la fine".



http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo451848.shtml

mercoledì 22 aprile 2009

CASI CLAMOROSI DEL PARANORMALE

Casi clamorosi
«Certi film e certi incauti resoconti giornalistici ci hanno abituati a pensare che esistano persone dalle straordinarie facoltà extrasensoriali. Tali super-sensitivi verrebbero talvolta in soccorso a qualche disperato detective di polizia per aiutarlo a risolvere i crimini più intricati.
Il Dipartimento della Difesa americano, negli anni della guerra fredda, arrivò addirittura a spendere oltre venti milioni di dollari per capire se i veggenti potevano essere utili per spiare le mosse dei sovietici. La conclusione fu che il loro contributo di "spionaggio paranormale" era tanto utile quanto lo è l'esame delle viscere di agnello nella previsione del futuro...

Nonostante ciò, e nonostante il fatto che nessun veggente o sensitivo sia mai riuscito a risolvere niente di più intricato delle parole crociate, è perfettamente comprensibile che qualche genitore, disperato per aver perso il figlio in un bosco, si sia rivolto alla magia nella speranza di ritrovarlo. Lo è già meno se, a rivolgersi a questi personaggi, sono figure istituzionali che dovrebbero sapere meglio come stanno le cose in questo campo.
Un esempio clamoroso di ciò si ebbe qualche anno fa, all'epoca del sequestro dell'allora segretario della Democrazia Cristiana Aldo Moro. In quei giorni, infatti, arrivarono alle autorità decine di segnalazioni da parte di veggenti e visionari (come ampiamente documentato da S. Flamigni in La tela del ragno, Edizioni Kaos, 1993, pp. 102-103): la madre superiora di un convento, per esempio, ebbe una ''visione" e segnalò un casolare di Viterbo come possibile covo; la polizia condusse una perlustrazione ma non trovò niente. Il Commissario Augusto Belisario, dell'Ucigos, fu inviato per ben due volte in missione in Olanda per chiedere l'aiuto del noto sensitivo Gerard Croiset (all'epoca molto famoso in Italia perché qualche anno prima la Rai aveva realizzato su di lui uno sceneggiato molto seguito - e molto romanzato - interpretato da Paolo Stoppa). Croiset affermò che "non si può forzare il destino" e non garantì di "riuscire a trovare Moro vivo o morto"; infatti, come succede sempre in questi casi, fornì una serie di informazioni e dettagli ("un edificio su cui transitano aerei", "il paese di Civitella Paganica") che si rivelarono del tutto inutili.

Era stato l'allora Presidente del Consiglio Francesco Cossiga a chiedere che la polizia prestasse ascolto alle segnalazioni di tipo ''paranormale"; lui stesso affermò nel corso del processo Moro: "Le fonti dichiarate di origine medianica e parapsicologica erano davvero di origine medianica e parapsicologica, perché alcune aiutai io stesso, su richiesta di alcuni esponenti politici, ad acquisirle". Il risultato di questi sforzi, però, creò unicamente confusione e contribuì alla dispersione di uomini e mezzi che sarebbero forse stati meglio impiegati altrove.
Il caso più clamoroso, però, emerse al di fuori degli sforzi ufficiali per localizzare la prigione di Moro. È un episodio di cui periodicamente si torna a parlare sui giornali e di cui potrebbe essere utile rivedere i particolari alla luce di quello che la scienza sa circa certi presunti fenomeni paranormali.

Il 3 aprile 1978, un gruppo di amici, tra cui l'attuale Presidente della Commissione europea Romano Prodi, si ritrova in un casolare di campagna e per gioco decide di provare a fare una seduta spiritica con il bicchierino. In questo tipo di esperimento, si posa un bicchierino capovolto su un tabellone che porta scritte tutte le lettere dell'alfabeto. I partecipanti alla seduta, poi, poggiano un dito sul retro del bicchierino e questo, dopo qualche momento di attesa, comincia a muoversi (spinto presumibilmente dagli spiriti) toccando le varie lettere e formando delle parole. Poiché due settimane prima era stato rapito Aldo Moro, il gruppo di amici decide di chiedere aiuto all'aldilà: "Dov'è Moro? Come si chiama il paese, il luogo in cui è? È vivo o morto?" Il bicchierino si sposta sulle lettere e, dopo una serie di parole senza senso, forma parole "molto simili" a: Bolsena, Viterbo, Gradoli. Prodi segnala la vicenda al criminologo Balloni, che ne riferisce al vicequestore Umberto Jovine; poi ne parla con Umberto Cavina, segretario di Zaccagnini; quindi, con l'allora ministro Beniamino Andreatta.
Il 6 aprile, sulla base di queste segnalazioni, il capo della polizia ordina di perquisire la località di Gradoli, provincia di Viterbo. Un rastrellamento a tappeto dell'esercito non porta però a scoprire alcunché.
Come si sa, poi, fu proprio in una "Via Gradoli" a Roma che tempo dopo sarebbe stato localizzato un rifugio delle BR, forse usato anche come uno dei nascondigli per Moro. Secondo i più convinti sostenitori del paranormale, l'episodio rappresenterebbe una prova pressoché certa che le comunicazioni con l'aldilà funzionano e che quella volta gli spiriti comunicarono un nome che nessuno poteva conoscere. Secondo altri, tra cui il senatore Giulio Andreotti, la storia della seduta spiritica sarebbe falsa, inventata forse solo per coprire gli informatori di Prodi e amici.

Senza voler entrare nel merito della questione, su cui è bene che proseguano le indagini della magistratura, potrebbe anche esserci un'altra possibilità. Nella tipica seduta spiritica con il bicchierino, come si è detto, un gruppo di persone poggia un dito su un bicchiere capovolto e questo si muove formando parole. Per spiegare tale movimento, però, non c'è bisogno di scomodare gli spiriti, né di pensare necessariamente a un imbroglio da parte di qualcuno.

Come già il chimico inglese Michael Faraday poté dimostrare nel 1843, quando il fenomeno comparve per la prima volta, la spiegazione del mistero si trova nei cosiddetti "movimenti muscolari involontari"; quei movimenti, cioè, che tutti quanti facciamo ma di cui non abbiamo alcuna consapevolezza e che avvengono nonostante la buona fede del soggetto. In altre parole, i partecipanti alla seduta, senza rendersene conto, spingono il bicchierino sul tabellone: il bicchierino, infatti, si muove unicamente quando vi si tengono le dita appoggiate sopra, si blocca immancabilmente quando il contatto viene interrotto.
Solitamente, poi, le frasi che si formano sono già presenti nella mente dei partecipanti che le costruiscono senza rendersene conto. Non possiamo certo sapere come andarono le cose nel caso della seduta in questione, ma è possibile che il nome "Gradoli" fosse presente nella mente di qualcuno dei partecipanti: d'altra parte, solo pochi giorni prima la polizia aveva ricevuto una segnalazione su una via con questo nome e anche l'ex-senatore DC Benito Cazora aveva ricevuto un'analoga soffiata da alcuni informatori calabresi.
Preferisco infine tacere sulla notizia (che mi auguro sia solo una bufala) secondo cui i servizi segreti americani avrebbero assoldato un gruppo di sensitivi per dare la caccia a Bin Laden.»

Massimo Polidoro --www.cicap.org

http://www.corsodireligione.it/religioni/paranormale/paranorm_2.htm

Esiste il sesto senso?

Esiste il sesto senso?

... Verso la metà di febbraio 2005, numerosi quotidiani hanno dato notizia della pubblicazione di un articolo scientifico che dimostrerebbe l’esistenza del famoso sesto senso. L’articolo in questione è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Science e autori sono due ricercatori della Washington University a St. Louis (J.W. Brown, T.S. Braver, "Learned predictions of error likelihood in the anterior cingulate cortex", Science 307, 1118-21, 2005).

Sede del presunto sesto senso sarebbe una regione del cervello che si trova nella cosiddetta corteccia cingolata anteriore, posta tra i due emisferi. Come spiega Joshua Brown, uno degli autori, in questa zona del cervello risiede un sistema di allarme che ci avverte per tempo quando qualcosa non va o quando qualche nostra azione potrebbe compromettere la nostra incolumità; si tratta di un circuito che ci fornisce informazioni per aggiustare la "rotta" dei nostri comportamenti e metterci al riparo dai pericoli. Quindi a un esame più attento, si capisce subito che non si tratta affatto della scoperta di un vero nuovo senso. Si tratta semplicemente della scoperta di una zona del cervello in grado di elaborare in modo sofisticato le informazioni derivanti dai nostri soliti cinque sensi. Chiamare questa facoltà sesto senso appare quindi improprio.

Al di là dei nomi, tuttavia, lo studio pubblicato da Science riveste un indubbio interesse. Piuttosto curiosa è stata la procedura sperimentale adottata dai ricercatori. Alcuni ragazzi sani sono stati posti di fronte a un computer e il loro compito consisteva nel guardare un pallino, alternativamente bianco o blu, trasformarsi rapidamente in una freccia. La freccia poteva muoversi sullo schermo in due direzioni opposte. I ragazzi dovevano stare in allerta e premere un bottone a seconda della direzione presa dalla freccia. Occasionalmente però faceva la sua comparsa una seconda freccia e in questi casi i ragazzi dovevano indicare la direzione presa dalla prima freccia premendo i pulsanti in maniera invertita rispetto al solito. Questa complicazione aveva lo scopo di creare una situazione conflittuale nel loro cervello. Inoltre nel gioco vi era un trucco che però i ragazzi ignoravano: quando il pallino iniziale era blu, sarebbe comparsa la seconda freccia di disturbo con una probabilità maggiore.Dopo un po’ di allenamento i ragazzi hanno iniziato a commettere meno errori. In altre parole il loro cervello aveva intuito l’esistenza del trucco, anche se i ragazzi non ne erano per nulla consapevoli. Durante il gioco i ricercatori monitoravano il cervello dei ragazzi mediante la tecnica della risonanza magnetica funzionale (fMRI). In tal modo hanno osservato un aumento di attività della corteccia cingolata anteriore in concomitanza della comparsa della freccia ingannatrice.

Secondo Brown, da queste osservazioni si può dedurre che tale corteccia impara a sentire "odore di inganno" e si attiva avvertendo la persona di cambiare istantaneamente comportamento (in questo caso di premere il bottone opposto). Il soggetto non è consapevole di questo cambiamento imminente, ma i suoi riflessi migliorano. Questo nella vita reale significa che il sistema endogeno ha dato l’allarme in tempo per sfuggire a un errore o a un pericolo. Si tratta evidentemente di un adattamento evolutivo finalizzato alla sopravvivenza dell’individuo.

La scoperta, al di là dell’interesse teorico, sembra poter avere anche importanti ricadute in campo psichiatrico. È infatti noto da tempo che la corteccia cingolata può presentare anomalie anatomiche in pazienti affetti da patologie quali la schizofrenia e i disturbi ossessivo-compulsivi. Inoltre, secondo alcuni, la corteccia cingolata sarebbe la sede decisionale del cervello che interviene quando dobbiamo effettuare scelte cruciali e ben ponderate. Questa corteccia rappresenterebbe infine il crocevia tra ragione ed emozioni nonché la sede di ragionamenti complessi.

di Silvano Fuso - WWW.CICAP.ORG

Il sesto senso e il paranormale

Nessuno ha ancora dimostrato che sia possibile leggere il pensiero, prevedere il futuro o parlare con i defunti, ma che qualcosa di molto simile a un “sesto senso” esista è ormai assodato. Magari, in alcuni casi, sarebbe meglio chiamarlo intuito. Nelle sue ricerche sulla fortuna, per esempio, il dr Richard Wiseman ha scoperto che di solito gli scalognati, a differenza dei fortunati, prendono decisioni sbagliate, o si fidano di persone false, perché non seguono l’istinto. Si è infatti scoperto che questo tipo di intuizioni derivano in gran parte dal senso di “familiarità” di qualcosa: senza rendercene conto, cioè, preferiamo sempre le cose che abbiamo visto in precedenza. Per questo quando incontriamo qualcuno, questa persona può avere un certo “non so che” che può essere positivo e suscitare simpatia, oppure negativo e suscitare quindi diffidenza. Il sesto senso, o l’intuito, lavora insomma sulla base delle esperienze passate per aiutarci a prendere le decisioni migliori, anche se non sempre lo ascoltiamo.

Un altro aspetto del sesto senso è stato identificato da Ronald Rensink, psicologo all’Università della British Columbia in Canada. Secondo i suoi esperimenti, alcune persone sono in grado di accorgersi che una scena che stanno guardando è cambiata senza però riuscire a dire quale sia il cambiamento. Egli ha mostrato a 40 volontari una serie di foto che venivano cambiate ogni quarto di secondo; una schermata grigia separava le une dalle altre. Talvolta l'immagine era la stessa mentre in alcune prove veniva alternata con un'altra uguale ma leggermente modificata. In questo secondo tipo di test, circa un terzo dei volontari riferivano di “sentire” che l'immagine era diversa, prima di potere effettivamente capire quali fossero i cambiamenti apportati. «Credo che questo esperimento la dica lunga sul perché tante persone credono a un sesto senso» spiega Renskink che si dice convinto di poter esplorare con la PET le aree cerebrali coinvolte dal fenomeno, anche se non ha ancora idea di come si possa spiegare sul piano neuro-fisiologico.

Qualcosa di simile era successo anche con il “blindsight”, o “visione cieca”, un fenomeno di cui solo recentemente sono stati compresi i meccanismi fisiologici. Si tratta di una percezione che avviene attraverso gli occhi ma di cui non si è coscienti. In altre parole, chi è cieco in seguito a un ictus o per traumi alla corteccia cerebrale del lobo occipitale dice di non vedere ma è smentito dal suo stesso comportamento. Questa visione residua, un vero e proprio senso nascosto, si spiega con il fatto che la vista segue un percorso diverso da quello solito. «Gli esperimenti» spiega Sergio Della Sala, neurologo all’Università di Edimburgo, «dimostrano che se la lesione cerebrale non ha lesionato il mesencefalo, l’immagine percorre un sentiero alternativo che parte sempre dalla retina, passa dal collicolo superiore (che si trova nel mesencefalo) e arriva alla coreteccia extrastriata, una zona che circonda l’area visiva primaria». Lì verrebbe registrata l’immagine, anche se in modo non cosciente.

Massimo Polidoro - WWW.CICAP.ORG


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PARAPSICOLOGIA (CICAP)

Parapsicologia

La parapsicologia può essere definita semplicemente come lo studio dei fenomeni paranormali (Thalbourne 1982) o, in maniera più articolata, come lo studio di apparenti nuove forme di influenza o comunicazione tra organismi e ambiente, diverse da quelle attualmente conosciute dalla scienza (Morris, 1991).

Tradizionalmente, la ricerca parapsicologica si orienta su due principali aree di studio:
-la percezione extra sensoriale (o ESP, dall'inglese: Extra Sensory Perception)
- e la psicocinesi (o PK, da Psychokinesis).

ESP e PK costituiscono dunque l'oggetto di studio della parapsicologia e, considerati insieme, vengono definiti con il termine generale di "psi", ovvero la ventitreesima lettera dell'alfabeto greco. Poiché non c'è un accordo generale su cosa sia realmente la psi (e se veramente essa esista) i parapsicologi la definiscono in termini negativi, indicando cioè che cosa non è.

Psi

Secondo Thouless (1942), che introdusse il termine, la psi sarebbe dunque "l'interazione tra organismi e ambiente (compresi altri organismi) non mediata da funzioni sensomotorie riconosciute".Per dimostrare che la psi ha avuto luogo, il parapsicologo deve dunque eliminare prima tutte le possibili spiegazioni sensomotorie normali. Secondo Palmer (1985, 1986) finché la parapsicologia non avrà prodotto una teoria positiva della psi, che descriva le proprietà che devono essere presenti per poter parlare di "fenomeno psi", tutto ciò che essa potrà affermare di avere dimostrato è, al massimo, il verificarsi di una serie di anomalie.
Esp

L'ESP comprende tre tipi di fenomeni:

la telepatia, ovvero l'apparente scambio di informazioni tra mente e mente senza la mediazione di organi di senso;
la chiaroveggenza, cioè la presunta abilità di ricevere informazioni su persone o oggetti, distanti o nascosti, senza l'uso normale dei sensi;
e la precognizione, ovvero la presunta abilità di prevedere eventi futuri.
PK

A differenza di questi fenomeni di tipo "mentale",

la psicocinesi presenterebbe conseguenze sul mondo fisico; con questo termine, infatti, si indica solitamente l'apparente capacità della mente di influenzare piccoli corpi in movimento (Rhine, 1934/1973).
Una panoramica storica

L'era della ricerca psichica (1882-1930)

Pochi argomenti catturano l'attenzione del pubblico quanto il paranormale. Eppure, l'interesse scientifico per i fenomeni paranormali nacque solamente nella seconda metà del secolo scorso, in seguito all'enorme interesse generato in tutto il mondo dal movimento dello spiritismo. Una parte dei seguaci dello spiritismo incoraggiava la "ricerca psichica" (come veniva definita allora la parapsicologia), visto che rifiutava il soprannaturale religioso, ritenendo che spiriti e altri fenomeni metapsichici obbedissero alle leggi della natura. D'altro canto, il mondo viveva un'era di progresso scientifico senza precedenti, in cui venivano scoperte nuove forme di energia - radiazioni nucleari, onde radio, raggi X - come escludere, dunque, l'esistenza di una qualche energia spirituale o mentale che potesse spiegare dei fenomeni metapsichici così comunemente riportati? (Alcock, 1993).

Il tipo di approccio che il mondo scientifico rivolse a questo

Coscienza. Con il termine coscienza si intende uno stato soggettivo di consapevolezza sulle sensazioni psicologiche (pensieri, sentimenti, emozioni), e fisiche (tatto, udito, vista.) proprie di un essere umano e su tutto ciò che accade intorno ad esso. La soggettività della coscienza è data dal fatto che ogni persona ha una propria modalità di rapportarsi alle esperienze e tale modalità dipende in gran parte da un determinato stile culturale di appartenenza. Ma cosa determina questa consapevolezza? Quali sono i canali grazie ai quali un uomo è consapevole di se stesso e del mondo circostante?
In un individuo la consapevolezza di se stessi e dell'ambiente si struttura grazie ad un insieme di funzioni psico-fisiologiche come la percezione, la memoria, l'attenzione, l'immagazzinamento e l'elaborazione delle informazioni, tutte dipendenti l'una dall'altra e controllate dal cervello. Tutte le informazioni, sia esterne che interne, passano attraverso i nostri organi recettori (occhi, naso, recettori muscolari) e, dopo aver raggiunto il sistema nervoso, vengono da quest'ultimo elaborate.
La coscienza, quindi, è un processo che dipende esclusivamente dall'attività del nostro corpo.
In alcune culture non occidentali la coscienze è considerata come un'essenza metafisica, spirituale non ben definita distaccata dal corpo e dalle leggi della fisica e dotata di una propria autonomia. Essa è, in molti sistemi culturali, paragonata all'anima. Tuttavia l'accezione metafisica della coscienza è solo una astrazione filosofica che non ha alcun fondamento nella realtà e trae origine da diverse credenze religiose come un puro atto di fede.
. R. Searle, Mind, Brains, and Programs, Behavioral and Brain Sciences 3/1980, pp. 417-457.
T. Tart, Stati di Coscienza, astrolabio, Roma,1975.
Amelia Beltramini (a cura di ) Alla ricerca della coscienza, Focus n°. 88, febbraio 2000.
Riccardo Venturini, Coscienza e cambiamento, Cittadella editrice, Assisi, 1995
De Martino E. La terra del rimorso, EST, 1996.
Erikson M. Rossi L., Tecniche di suggestione ipnotica, Astrolabio Roma,1976.
Neher, A. La psicologia della trascendenza, MEB, Padova, 1991.
Venturini V. Coscienza e cambiamento, Cittadella editrice, Assisi, 1995.
tipo di fenomeni rispecchiava quello adoperato in altri ambiti dello studio della natura: la classificazione. Come Darwin raccoglieva osservazioni disparate con cui forgiò la teoria dell'evoluzione, così i ricercatori psichici si affidavano principalmente all'osservazione, alla raccolta e alla classificazione di resoconti aneddotici di esperienze psichiche.

Ma chi erano i ricercatori psichici dell'epoca?

In Gran Bretagna erano soprattutto fisici, come Sir William Crookes (Premio Nobel nel 1907), Lord Raleygh (Premio Nobel nel 1904) e William Fletcher Barrett, naturalisti come Alfred Russell Wallace (che sviluppò indipendentemente da Darwin la teoria dell'evoluzione) e filosofi, come Henry Sidgwick. La maggior parte di questi scienziati si raccolse intorno alla Society for Psychical Research (SPR), nata nel 1882 con lo scopo, tra l'altro, di documentare scientificamente la sopravvivenza dopo la morte.

Negli Stati Uniti, l'American Society for Psychical Research (ASPR), nata solamente due anni dopo la SPR, vedeva tra i suoi componenti alcuni tra i più eminenti psicologi dell'epoca, come William James, G. Stanley Hall, Edward B. Titchener, Morton Prince e Joseph Jastrow.

In Francia, si tenne nel 1890 il quarto congresso internazionale di psicologia, di cui un'intera sessione era dedicata allo spiritismo e alla ricerca psichica. Il presidente del congresso, Ribot, annunciò la fondazione a Parigi di un istituto per la ricerca psichica, l'Institut Général Psychique, cui aderirono tra gli altri psicologi come Pierre Janet, Gabriel Tarde e William James (McGuire, 1984), oltre al fisiologo Charles Richet (Premio Nobel nel 1913).Il grande entusiasmo che caratterizzò questo periodo della ricerca psichica, tuttavia, non durò a lungo. Il gruppo di psicologi americani dell'ASPR, per esempio, si sciolse nel 1889 per aver fallito nella ricerca di prove credibili per i fenomeni metapsichici. Solo William James continuò nel suo interesse e sarebbe più tardi diventato presidente della SPR. Inoltre, lo scetticismo prendeva rapidamente il sopravvento man mano che i medium venivano colti a imbrogliare e diventava ovvio che non erano in grado di produrre i loro fenomeni in condizioni controllate.

Nascita della parapsicologia (1935-1950)

Nel 1935, la Duke University di Durham, nella Carolina del Nord, aprì il primo laboratorio di parapsicologia, diretto da J. B. Rhine. Questi introdusse il termine "ESP" (percezione extra sensoriale) e, coerentemente con il paradigma predominante nella psicologia sperimentale dell'epoca, spostò l'attenzione dagli aspetti qualitativi a quelli quantitativi del fenomeno (Rhine, 1934/1973).Sulla base di esperimenti con carte da indovinare e con i dadi da gioco, Rhine sosteneva che l'esistenza dei fenomeni paranormali, come l'ESP o la psicocinesi, poteva essere dimostrata oltre ogni ragionevole dubbio. Le sue argomentazioni e le sue prove conquistarono immediatamente l'attenzione degli psicologi. Al punto che un sondaggio del 1938 mostrò che l'89% di chi lavorava in psicologia negli Stati Uniti riteneva la parapsicologia un legittimo studio scientifico, e il 79% affermava di considerare la parapsicologia un accettabile campo di studi all'interno della psicologia (Alcock, 1993).Come in passato, anche allora importanti figure della scienza - come il fisico Wolfgang Pauli, che avrebbe vinto il Nobel nel 1945 - manifestarono il loro interesse per la parapsicologia. Interesse che, tuttavia, ancora una volta sarebbe durato poco. Sul finire degli anni cinquanta risultò chiaro che gli esperimenti di Rhine con le carte da gioco e i dadi erano da ritenersi metodologicamente insufficienti (Hansel, 1966), e l'interesse degli psicologi per l'argomento declinò rapidamente.

Macrofenomeni (1960-1980)

Dopo avere abbandonato lo studio di medium e soggetti apparentemente molto dotati in conseguenza delle innumerevoli frodi riscontrate, in favore di studi statistici apparentemente più sicuri, gli studiosi di fenomeni paranormali rivolsero nuovamente la loro attenzione agli aspetti qualitativi del fenomeno. Vennero così alla ribalta soggetti, come la russa Nina Kulagina, l'americano Ted Serios e l'israeliano Uri Geller, apparentemente capaci di dimostrare potentissime facoltà psicocinetiche.
Ancora una volta la comunità scientifica sembrò disposta a riconoscere la parapsicologia come una scienza legittima.
Nel 1969 l'antropologa Margaret Mead, allora presidente dell'American Association for the Advancement of Science, riuscì a convincere i suoi colleghi ad affiliare la Parapsychology Association. Ancora una volta eminenti scienziati, come Brian Josephson (Premio Nobel nel 1973), David Bohm, Robert Jahn (allora preside di ingegneria a Princeton) e il matematico John Taylor dichiararono il loro sostegno per la parapsicologia. La prestigiosa rivista scientifica Nature, pur con tutte le cautele e le critiche del caso, arrivò a pubblicare un lavoro dei fisici Russell Targ e Harold Puthoff nel quale si descrivevano esperimenti di telepatia e chiaroveggenza con Uri Geller e altri sensitivi (Targ e Puthoff, 1974).Ancora una volta, però, l'entusiasmo non durò a lungo. Sospetti e prove di frode sia nei casi della Kulagina, sia in quelli di Serios, di Geller e di altri misero queste ricerche sotto una luce discutibile. Scienziati come John Taylor (Taylor e Balanovski, 1979) ritrattarono la loro approvazione mentre altri, come B. F. Skinner e Carl Sagan, aderirono nel 1975 al costituendo Committee for the Scientific Investigation of the Claims of the Paranormal, un'organizzazione nata per indagare scientificamente il paranormale e per smascherare pubblicamente casi di frode e auto-inganno.

L'incapacità di fornire esperimenti replicabili da parte di laboratori indipendenti rappresentava il più grande impedimento nel sostenere l'interesse della comunità scientifica.

Microfenomeni (1980-oggi).

trance
Il passaggio da uno stato della coscienza a un altro è definito "trance", sostituzione inglese del termine "transe" che, derivante dal verbo latino "transire", significa passare oltre. Nonostante l'infondata attribuzione a essa di numerose qualità di natura sovrannaturale, la trance rappresenta la caratteristica di uno stato psicofisiologico che un soggetto prova nel momento in cui ha una percezione alterata del suo corpo e del mondo circostante.
Un esempio di trance naturale che ogni uomo conosce è l'atto di addormentarsi. Nel momento in cui ci troviamo in una stanza tranquilla, distesi comodamente e con gli occhi chiusi, non riceviamo più dall'ambiente circostante quella quantità di informazioni necessarie che ci rendono consapevoli di cosa accade intorno. La stessa cosa avviene con il corpo: mentre ci si addormenta esso rimane rilassato e fermo per lungo tempo impedendo al cervello di ricevere le sensazioni del tatto e del movimento; anche la consapevolezza del corpo viene a cessare, stiamo passando quindi da uno stato della coscienza, quello di veglia, a un altro stato, quello del sonno.
Le altre forme di trance, quella ipnotica o estatica, hanno caratteristiche simili, sono indotte sottoponendo il corpo alle medesime situazioni, come l'immobilità, la deprivazione o il bombardamento sensoriale, ossia tutte quelle forze in grado di modificare la consapevolezza di sé e dell'ambiente. Oltre a ciò, l'aspettativa di un individuo gioca un ruolo fondamentale e numerose sensazioni vengono percepite perché il soggetto sa che accadranno. Ad esempio, prima di una trance estatica, la suggestione di entrare in contatto con un'entità sovrannaturale darà origine a un'aspettativa di gioia che inevitabilmente sarà percepita. La trance può essere apparentemente spontanea nel momento in cui si verifica in assenza delle suddette situazioni, tuttavia, alla base di tale esperienza sono sempre rintracciabili condizioni di stress, stanchezza o profonde alterazioni emotive.
Oltre a una fisiologica reazione dell'organismo essa può essere la conseguenza di disturbi psicopatologici e neurologici e si esprime in alcune forme di stati crepuscolari isterici o epilettici.
Va ribadito che l'esperienza della trance, se non è provocata da danni neurologici, è comunque soggettiva e varia secondo la personalità di un individuo, la sua storia e soprattutto le sue conoscenze sul fenomeno. La stessa mimica di un soggetto, durante la trance, cambia seguendo le regole del suo modello culturale e del contesto. Un estatico che si aspetta di rivivere la passione del Cristo mimerà l'esperienza della crocifissione, un tarantolato, convinto di essere stato avvelenato da un arcnide, entrerà in trance e agiterà il suo corpo in una sorta di danza, mentre un uomo in trance ipnotica farà o dirà cose che l'ipnotista gli suggerirà. In definitiva, la trance è un'esperienza che può essere inquadrata in termini sia fisiologici che psicopatologici ma è inevitabilmente condizionata da fattori antropologici.
Contemporaneamente allo studio di soggetti dotati, tuttavia, la parapsicologia sviluppò a partire dagli anni settanta tecniche nuove e interessanti, compreso l'uso di generatori di eventi casuali attivati dal decadimento radioattivo e analisi statistiche sempre più sofisticate.Il pendolo dell'interesse sperimentale negli anni ottanta oscillò ancora una volta, come cinquant'anni prima, dai grandi fenomeni fisici, ancora una volta macchiati da ripetuti casi di frode, a microfenomeni rilevabili con lunghe serie ripetute di prove e rilevazioni statistiche.
Nel 1984 venne inaugurata presso l'Università di Edimburgo la prima (e tuttora unica) cattedra di parapsicologia, istituita in seguito a un lascito dello scrittore Arthur Koestler, grande estimatore della materia, e diretta ancora oggi da Robert L. Morris. Problemi di finanziamento in questi ultimi anni, tuttavia, hanno portato alla chiusura di laboratori per la ricerca parapsicologica fra i più importanti, e l'interesse della comunità scientifica è ai minimi storici. Un sondaggio del 1982 rivolto all'élite scientifica degli Stati Uniti rivelava che solo il 4% degli intervistati considerava l'ESP un fatto assodato, mentre il 50% lo riteneva una cosa impossibile o, al massimo, una possibilità molto remota (McClenon, 1982).

Lo status attuale della parapsicologia
Attualmente i principali filoni di studio della parapsicologia sono i seguenti:

1 Visione a distanza (remote viewing). I fisici Targ e Puthoff (1974) pubblicarono la prima serie di esperimenti di "visione a distanza", condotti presso lo Stanford Research Institute (SRI), sulla rivista Nature. La "visione a distanza" (remote viewing) sarebbe una variante della chiaroveggenza, in cui particolari soggetti sembrerebbero in grado di descrivere luoghi geografici visitati da altre persone senza avere con esse alcun tipo di contatto normale. Gli psicologi Marks e Kammann (1978; 1980) si dimostrarono incapaci di replicare i risultati dei due fisici e scoprirono una serie di gravi errori nelle procedure sperimentali di visione a distanza. Hyman (1977) rilevò una serie di problemi statistici che avrebbero potuto alterare il numero di risultati significativi e Caulkins (1980) riscontrò una mancanza di controlli adeguati e l'assenza di gruppi di controllo.Il governo degli Stati Uniti, tuttavia, considerò gli studi condotti allo SRI, e in seguito presso la Science Applications International Corporation, sufficientemente interessanti per finanziarli, con investimenti miliardari, per oltre vent'anni (Targ & Harary, 1984). Nel 1994 incaricò un gruppo di esperti di condurre una valutazione scientifica dei risultati. Uno degli esperti (Utts, 1995) concluse che i risultati erano sufficientemente significativi per dimostrare l'esistenza di una qualche forma di facoltà paranormale. Un altro (Hyman, 1995) concordava sul fatto che i risultati si distaccavano dalla normale distribuzione statistica. Tuttavia, rilevava che ciò non dimostrava di per sé l'esistenza di facoltà paranormali. Deviazioni significative dall'ipotesi nulla possono avere luogo per svariati motivi. Inoltre, Hyman sottolineava che per poter sostenere in modo convincente che una qualche forma di percezione anomala è stata scoperta, la parapsicologia deve acquisire la capacità di specificare le condizioni in cui si possono osservare affidabilmente tali fenomeni.

2. L'effetto Ganzfeld. A partire dalla fine degli anni settanta, esperimenti ESP in cui i soggetti venivano posti in una condizione di "Ganzfeld" (situazione di stimolazione sensoriale ridotta, prodotta solitamente coprendo gli occhi di un soggetto disteso con due mezze palline da ping pong, su cui è puntata una luce rossa, e diffondendo attraverso un paio di cuffie del rumore bianco) si sono rivelati particolarmente incoraggianti (Honorton, 1978). Hyman (1985) ha in seguito completato una valutazione di tutte le ricerche Ganzfeld condotte tra il 1974 e il 1981 e ha concluso che i risultati prodotti non si discostano di molto da quelli ottenibili per caso. Tali studi, inoltre, presentavano seri problemi metodologici - tra cui tecniche inadeguate di randomizzazione, analisi statistiche erronee e mancanza di controlli adeguati per prevenire la frode. Per superare questo tipo di problemi Hyman e Honorton (1985) realizzarono un documento comune che descriveva le caratteristiche che avrebbero dovuto avere le future ricerche di Ganzfeld per essere considerate attendibili.Una valutazione di Bem e Honorton (1994) su tali ricerche concludeva che le prove a favore dell'ESP continuavano a essere significative. In particolare, sottolineavano che 11 nuovi esperimenti di auto-Ganzfeld (una variante del protocollo originale) avrebbero risolto la questione una volta per tutte, non appena i risultati fossero stati replicati da ricercatori indipendenti. Hyman (1994) riconosceva la superiorità metodologica di questi esperimenti, rispetto ai precedenti, ma sottolineava che le tecniche di randomizzazione erano ancora inadeguate e rilevò un pattern caratteristico nei dati che avrebbe potuto riflettere la presenza di un artefatto. Per questi motivi invitava ad attendere le repliche indipendenti di questi esperimenti che, tuttavia, devono ancora materializzarsi.

3. Gli studi con i generatori di eventi casuali. Da circa trent'anni Helmut Schmidt conduce esperimenti sulla capacità dei soggetti di predire (precognizione) o influenzare (psicocinesi) il decadimento radioattivo di particelle subatomiche. In una tipica prova di precognizione, un soggetto siede di fronte a una macchina con quattro lampadine (Schmidt, 1969). Sotto ogni lampadina si trova un bottone. Compito del soggetto è quello di indovinare quale lampadina si accenderà e, per indicare la propria previsione, il soggetto preme un bottone posto sotto la lampadina prescelta. La macchina sceglie quale lampadina accendere secondo un processo assolutamente casuale, basato sul decadimento di un isotopo radioattivo in essa contenuto: per questo motivo tali macchine sono definite "generatori di eventi casuali" (o "Random Event Generators", in sigla: REG). In breve, l'isotopo radioattivo emette a intervalli irregolari dei "segnali" registrati da un contatore Geiger e trasmessi alla macchina. Una volta che il soggetto preme un bottone sotto una lampadina, la macchina fa corrispondere il successivo segnale che arriva dall'isotopo con una lampadina a caso. Se il soggetto ha premuto il bottone corrispondente alla lampadina che si è poi accesa si ha un successo.Stando agli esperimenti condotti da Schmidt (1969), la media di successi ottenuti si aggirerebbe sul 27%; mentre, per il caso, ci si attenderebbe una media di successi del 25% (un soggetto, infatti, ha ogni volta una probabilità su quattro di indovinare la lampadina giusta). Questo scarto del 2% andrebbe attribuito secondo Schmidt alla reale facoltà dei soggetti di prevedere il futuro. In seguito, Schmidt (1971) ha ipotizzato che forse i suoi soggetti non prevedevano il futuro ma influenzavano il "generatore" a dare le risposte volute per mezzo della psicocinesi.Alcock (1989) ha condotto un'approfondita analisi del lavoro di Schmidt. Egli riconosce l'onesto sforzo fatto per migliorare la qualità della ricerca parapsicologica, e l'ingegnosa creatività introdotta nei suoi esperimenti. Detto questo, però, egli ritiene che questi esperimenti presentino seri difetti metodologici, al punto che non risulta possibile determinare se i dati ottenuti sono realmente dovuti a un qualche fenomeno insolito o, piuttosto, a problemi sperimentali. Va anche detto che successivi tentativi da parte dei parapsicologi di replicare i risultati di Schmidt o hanno ottenuto percentuali di successo ininitesimali (Jahn, 1985) o sono stati dei completi fallimenti (Beloff e Bate, 1971; Thouless, 1971).Questa rapida panoramica dei principali ambiti di studio della parapsicologia dimostra che gli esperimenti più attendibili sono inficiati da problemi di tipo metodologico e da errori statistici di vario tipo. Finché non saranno intraprese repliche rigorose e indipendenti dei singoli esperimenti non ha senso discutere se le facoltà paranormali siano state dimostrate scientificamente oppure no.

Xenoglossia Esistono davvero persone capaci di parlare lingue a loro sconosciute? Sì, secondo alcuni parapsicologi. La spiegazione di questo discusso fenomeno, noto come "xenoglossia", risiederebbe nel fatto che una "entità" sopravvissuta alla morte riuscirebbe a esprimersi, in una lingua appresa in un'altra vita, attraverso la reincarnazione o la possessione temporanea di un corpo "preso a prestito".
Casi di questo tipo sono estremamente rari e di questi solo pochi sono stati studiati in maniera rigorosa, tale da escludere altre possibili spiegazioni. Lo studioso americano Ian Stevenson sostiene che alcuni dei casi da lui studiati possono spiegarsi solo avanzando ipotesi di tipo paranormale; tuttavia, un esame dettagliato di questi casi ha portato a concludere che le persone oggetto dei suoi studi non sembravano conoscere veramente la lingua in questione, ma sembravano piuttosto conoscere un numero limitato di parole di quella lingua e utilizzavano sempre queste per rispondere, in modo stereotipato, alle domande degli studiosi.
Un caso noto è quello di un americano che parlava un eccellente russo, sebbene sosteneva di non averlo mai studiato. Indagini hanno dimostrato che i genitori vivevano accanto a un insegnante di russo, le cui lezioni erano chiaramente udibili dalla culla del bambino. Il linguaggio era dunque stato acquisito con mezzi normali dall'uomo, ma le circostanze erano state del tutto dimenticate.
Sebbene in questi casi le persone possono aver imparato parole e frasi in un'altra lingua senza ricordarsi come ciò sia avvenuto, in altri ci si trova di fronte a falsificazioni più o meno coscienti. E' il caso, per esempio, di quei medium, santoni o veggenti che affermano di parlare lingue misteriose, come un oscuro "dialetto tibetano", il "sanscrito" o "l'aramico", ma perdono questa abilità, o non sono più in grado di dimostrarla, quando si trovano di fronte un autentico esperto in queste lingue. Altri ancora, poi, si limitano a simulare l'accento della lingua straniera continuando però a parlare la propria lingua madre.
La mancanza di carattere cumulativo
Il problema costante della parapsicologia sembra essere quello di dimostrare che possiede un argomento di studio. Ray Hyman (1981) fa notare come ogni generazione introduce qualche tecnica nuova, qualche nuovo paradigma sperimentale che promette di fornire finalmente la prova convincente dell'esistenza della psi e di offrire la possibilità della replicabilità dell'esperimento. Eppure ogni nuova iniziativa di ricerca in fin dei conti dimostra di non essere più efficace, per fornire prove definitive, della tecnica che ha rimpiazzato.
Questa base mutevole di dati viene definita da Hyman (1981) mancanza di carattere cumulativo. Ogni scienza, eccetto la parapsicologia, si costruisce sui suoi dati precedenti. La base dei dati continuamente si espande con ogni generazione nuova, ma le ricerche precedenti continuano a farne parte. La fisica è cambiata enormemente da quando Newton condusse il suo famoso esperimento con i prismi per dimostrare che la luce bianca contiene tutti i colori dello spettro. Nonostante ciò, l'esperimento di Newton è ancora valido e produce ancora oggi gli stessi risultati. La psicologia ha modificato la sua visione circa la natura della memoria dai tempi in cui Ebbinghaus condusse nel 1885 i suoi famosi esperimenti sulla curva dell'oblio. Ora si ritiene che la memoria sia più dinamica e complicata di quanto il modello immaginato da Ebbinghaus suggerisse. Tuttavia, le sue scoperte possono essere replicate ancora oggi e costituiscono un'importante parte delle informazioni a nostra disposizione sulla memoria.

In parapsicologia, la base dei dati si espande molto poco perché i precedenti esperimenti vengono scartati continuamente e dei nuovi prendono il loro posto.
Quando venne fondata la Society for Psychical Research nel 1882, il suo primo presidente, Henry Sidgwick indicò gli esperimenti con le sorelle Creery come la prova che avrebbe dovuto convincere anche gli scettici più tenaci della realtà della telepatia. Poco dopo, gli esperimenti con Smith e Blackburn sembrarono offrire ulteriori prove di telepatia scientifica. La generazione successiva di studiosi scoprì che le sorelle Creery imbrogliavano e apprese da Blackburn come anche lui e Smith si fossero serviti di trucchi (Polidoro, 1998). Come risultato i parapsicologi smisero di servirsi di questi casi per sostenere le loro affermazioni e indicarono come prove convincenti altre ricerche contemporanee.
Negli anni trenta sostenevano che erano gli esperimenti di indovinamento delle carte condotti da J. B. Rhine a provare la realtà della ESP. La generazione successiva abbandonò gli esperimenti di Rhine, ritenendoli metodologicamente troppo viziati, ed esaltò come prova delle facoltà telepatiche il lavoro di Soal-Goldney.

La generazione successiva dovette abbandonare anche i risultati di Soal quando Betty Markwick (1978) dimostrò in modo convincente che Soal aveva alterato artificialmente i suoi dati.

Oggi nessuno considera più le sorelle Creery, Smith e Blackburn, gli esperimenti di Rhine o quelli di Soal come valide prove dell'esistenza di facoltà paranormali. I candidati contemporanei a tale posizione sono gli esperimenti Ganzfeld, la visione a distanza e gli esperimenti con i generatori di eventi casuali di cui abbiamo detto sopra.
Oltre un secolo di studi nel campo del paranormale mostra che ogni generazione di parapsicologi ha affermato con fiducia di avere ottenuto convincenti prove scientifiche a favore dei fenomeni ESP o PK. Ogni generazione successiva, tuttavia, esplicitamente o tacitamente concedeva che ciò che la precedente generazione aveva proposto come prova solida non era più accettabile. Invece, la nuova generazione puntava a una nuova attuale prova che sosteneva essere decisiva.
È difficile oggi dire se succederà la stessa cosa con il Ganzfeld, la visione a distanza o i generatori di eventi casuali. Forse questa è davvero la generazione che ha finalmente trovato le prove "definitive" a favore delle facoltà paranormali. Ma è troppo presto per dirlo. Solo la storia potrà darci la risposta e Hyman (1995), a questo proposito, cita E. G. Boring (1955) che, prendendo spunto dagli esperimenti di Soal-Goldney, scriveva che non si può mettere fretta alla storia. La "psicologia dell'insolito"

Seppure la parapsicologia non ha ancora dimostrato in maniera conclusiva l'esistenza di "canali anomali" per la trasmissione delle informazioni o la capacità della mente di influire sulla materia, resta un problema reale tuttora irrisolto.

Si tratta del fatto che una porzione significativa della popolazione vive o ha vissuto esperienze insolite per le quali ritiene, a torto o a ragione, che non esista una spiegazione "normale" (Alcock, 1981; Gray, 1984; Otis e Alcock, 1982).Sono esperienze piuttosto comuni quelle di avere dei "flash" telepatici (per esempio: penso a un amico che non vedo da tanto tempo e lo incontro pochi minuti dopo), di fare dei sogni "premonitori", o di vivere sensazioni di deja vu.
Si tratta certamente di esperienze che possono avere una miriade di spiegazioni "normali" (Alcock, 1981; Marks & Kammann, 1980; Neher, 1980; Reed, 1972; Zusne & Jones, 1982) ma che, dato il loro forte impatto emotivo, possono apparire come "paranormali" a un pubblico che non dispone degli strumenti interpretativi necessari.
Un gran numero di sondaggi (Alcock 1981; Evans 1973; Irwin, 1985; McConnell 1977; Sheils & Berg, 1977) ha, infatti, dimostrato come esperienze personali di questo tipo rappresentino la principale motivazione offerta dai rispondenti per la loro credenza nei fenomeni paranormali. Chi vive questo tipo di esperienze, non trovando spiegazioni facilmente accessibili presso chi dovrebbe fornirgliele - gli psicologi, per esempio - si rivolge alla parapsicologia. Qui ottiene molte "spiegazioni" a base di ESP o PK che, tuttavia, non spiegano nulla veramente e lasciano intatto il mistero che circonda l'esperienza in questione. D'altra parte, gli stessi psicologi, che tuttavia rappresentano il gruppo di studiosi accademici più scettici sull'argomento, rispetto a colleghi nell'ambito delle scienze naturali o in quello umanista (Wagner e Monnet, 1979), non sono immuni da confusione e disinformazione. Una serie di sondaggi condotti annualmente da Petter (1996) sugli studenti del primo anno di psicologia rivela, per esempio, che ogni anno la percentuale di coloro che ritengono la telepatia un fenomeno fondato si aggira intorno al 55%, mentre solo il 10% si dichiara scettico. Blackmore (1988) argomenta che la parapsicologia difficilmente può avere successo nelle sue ricerche per trovare fenomeni paranormali. Ciònonostante, la parapsicologia potrebbe dare un importante contributo studiando le esperienze apparentemente paranormali delle persone. Come si osservava più sopra, sebbene manchi la prova che gli eventi paranormali sono reali, è sicuramente vero che le persone vivono queste esperienze come tali. Questo cambiamento di obiettivi sarebbe un modo per preservare l'esistenza della parapsicologia come disciplina autonoma.Tuttavia, questo tipo di conversione della parapsicologia non appare realistico.

La maggior parte dei parapsicologi vede la dimostrazione conclusiva dei fenomeni paranormali come l'unica ragione di esistenza della loro attività. Da Rhine in poi i parapsicologi non si sono messi alla ricerca di nuovi fenomeni che semplicemente allargassero la base cognitiva delle scienze esistenti. Volevano mostrare che gli esseri umani e lo spirito umano hanno alcune caratteristiche che non potrebbero, per principio, essere catturate dalle leggi scientifiche ortodosse. Lasciamo dunque che la parapsicologia segua il suo corso, nella speranza, sempre più remota, di dimostrare in maniera conclusiva l'esistenza della psi.

A questo punto, resta comunque scoperta un'area di studio di enorme interesse per il pubblico: quella delle esperienze anomale. È qui che la psicologia cognitiva potrebbe fare molto. Per cominciare, sarebbe auspicabile sistematizzare e raccogliere sotto un'unica branca di studi le conoscenze psicologiche e neuropsicologiche relative a fenomeni considerati anomali, come: esperienze di apparente ESP, deja vu, paramnesia, ipersensibilità, visioni di fantasmi, ipnosi, esperienze "fuori dal corpo" (out-of-body experiences) ed esperienze ai confini della morte (near-death experiences). Altri filoni di studio possono invece essere rivolti a comprendere non solo come si verifica questo tipo di esperienze ma anche perché le persone sono portate a interpretarle come paranormali. Si tratta dunque di ampliare anche a questi fenomeni quanto fatto, per esempio, nel campo degli errori di ragionamento, in quello dei bias del ricordo e della testimonianza oculare come anche in quello dei sistemi di credenze. A dire la verità, si era cominciato a fare qualcosa di simile già agli albori della psicologia: Lehmann (1893) e Jastrow (1900), per esempio, furono tra i primi a occuparsi di psicologia delle esperienze anomale inquadrandole all'interno delle conoscenze psicologiche dell'epoca. Con il nuovo secolo, tuttavia, l'interesse degli psicologi si rivolse a fenomeni più oggettivamente esaminabili, lasciando sullo sfondo le questioni relative alle anomalie. Bisogna aspettare quasi settant'anni (Reed, 1972) per vedere un nuovo testo dedicato alle esperienze psicologiche insolite, ed è solo da poco che la psicologia dell'esperienza anomala, o psicologia dell'insolito, sta prendendo finalmente piede come un vero e proprio ramo della psicologia cognitiva (Alcock, 1981; Della Sala, 1999; Marks & Kammann, 1980; Neher, 1980; Reed, 1972; Zusne & Jones, 1982).Allargare il lavoro degli psicologi anche a questi argomenti non può che rappresentare un beneficio duplice: per il pubblico, che troverà finalmente una spiegazione a una quantità di fenomeni generalmente considerati come paranormali, e anche per i parapsicologi. Per questi ultimi, infatti, ci sarebbe comunque da guadagnare: se si scoprirà che non esiste alcuna psi, si imparerebbe comunque molto circa le esperienze e le credenze umane. Se invece un giorno si arriverà a stabilire che la psi esiste, lo si potrà fare solamente dopo che la psicologia avrà scartato tutte le spiegazioni normali.

[Massimo Polidoro-Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale (C.IC.A.P.)
C.P. 1117-35100 Padova]

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Wagner, M. H. e M. Monnet (1979). Attitudes of college professors towards extrasensory perception, Zetetic Scholar, 5, 7-16.
Wolman, B. ed. (1977). Handbook of Parapsychology, Van Nostrand Reinhold.
Zusne L. e W. H. Jones (1982). Anomalistic psychology, Lawrence Erlabaum Associates.
(FONTE www.cicap.org)

http://www.corsodireligione.it/religioni/paranormale/paranorm_1.htm

giovedì 16 aprile 2009

Uno studio mette in luce una realtà sconosciuta

Questo inquietante articolo di Giuseppe Cosco è stato pubblicato nel numero 21 della rivista "Oltre la conoscenza" (febbraio 1998). Cosco, che è un apprezzato studioso di grafologia e saggista di successo, autore di numerosi ed interessanti lavori, si rivela così anche un profondo studioso di esoterismo.




Uno studio mette in luce una realtà sconosciuta
Le vite parallele

Sono state rilevate analogie incredibili tra vicende umane totalmente estranee tra loro. Dalla storia delle due donne di nome Edna, come da quella dei due presidenti Lincoln e Kennedy, si ricava la certezza che vi sono coincidenze troppo precise per essere casuali. Forse ciascuno di noi ha un "sosia", un altro che vive la nostra stessa vita come la fotocopia di un disegno già tracciato nel grande libro del destino.

Lo studioso J. Goodavage è riuscito a raccogliere, in molti anni di lavoro, numerose vicende degne di essere analizzate a fondo. Egli ha infatti, in diversi casi, riscontrato un notevole parallellismo tre le vite di persone, anche molto lontane tra loro, o comunque che ignoravano ognuna l'esistenza dell'altra. Le coincidenze prese in esame sono a volte davvero sorprendenti, non rientrano nel normale ordine delle cose. Goodavage, nel suo libro "Astrology: The Space Age Scienze", racconta, ad esempio, di numerosi aspetti in comune tra la vita e la morte di due individui: Donald Chapman e Donald Brazill, entrambi nati il 5 settembre del 1933, il primo, nella cittadina di Eureka e, il secondo, a Ferndale in California.

Una domenica mattina del 10 settembre 1956, esattamente cinque giorni dopo il compleanno di Chapman e di Brazill, i due giovani guidavano la propria auto sulla statale 101 a sud di Eureka e ritornavano alle proprie abitazioni. Avevano riaccompagnato le proprie fidanzate, ciascuna delle quali risiedeva nella città dell'altra, quando, improvvisamente, si scontrarono frontalmente con le proprie auto morendo sul colpo. I certificati di morte indicano che tutti e due morirono per le gravi ferite riportate alla testa.

Un caso altrettanto evidente di parallelismo, narrato sempre da Goodavage, riguarda due donne nate nello stesso giorno e aventi lo stesso nome ma senza alcun rapporto di parentela: Edna Hanna e Edna Osborne. Nel 1939, nell'ospedale di Hackensack nel New Jersey, tutte e due partorirono, nello stesso istante, due bambine, a cui diedero lo stesso nome: Patricia Edna. Goodavage, interrogate le due donne, scoprì dell'altro.



I loro mariti svolgevano lo stesso lavoro ed erano proprietari di un'automobile della stessa marca e di identico colore. Entrambe le coppie si erano sposate esattamente tre anni e mezzo prima, nello stesso giorno. I due uomini erano nati nello stesso anno, mese e giorno; identica circostanza per le loro mogli. Le due donne avevano i capelli castani e gli occhi azzurri, la stessa altezza e lo stesso peso. Entrambe le coppie avevano comprato nello stesso giorno un cane a cui avevano dato il nome di Spot.

Esistono molti altri casi ancora in cui le vite di alcuni individui presentano somiglianze impressionanti. L' 8 novembre del 1981 "Il Giornale d'Italia" riportò un fatto incredibile relativo alla morte contemporanea di due fratelli. Ada e Guido P. cessarono di vivere alla stessa ora, in circostanze analoghe e per cause identiche. I fratelli morirono l'uno distante dall'altro circa 300 chilometri. Il professore Guido P. docente alla "Normale" di Pisa con la sua "127" nei pressi di Pisa, causa un probabile malore, perde il controllo dell'auto e va a schiantarsi contro un albero. Soccorso, muore prima di arrivare in ospedale, sono le tredici. Alla stessa ora, a Milano, sua sorella Ida, pure insegnante, mentre guida la sua auto veniva colta da un malore e andava a sbattere violentemente contro un albero, morendo.

Non meno sconcertante è il caso narrato dal professor T. Bouchard dell'Università del Minnesota sul "Corriere del Medico" del 12 giugno del 1980. I gemelli Jim Springer e Jim Lewis erano stati adottati da due famiglie dell'Ohio e nessuno dei due sapeva dell'esistenza dell'altro. Entrambi si laurearono in legge e iniziarono a lavorare part-time come aiuto sceriffo. Tutti e due scelgono la Florida per trascorrere le ferie. Acquistano un cane che chiamano Toy. Le loro mogli si chiamano, entrambe, Linda. Divorziati, sposano due ragazze di nome Betty. I figli si chiamano James Allan. Fumano le stesse sigarette e si intendono tutti e due di falegnameria.



Le foto del diavolo
Un altro fatto che merita di essere raccontato si è verificato recentemente in Germania. Franz Block, un professore tedesco, si è accorto con raccapriccio di essere venuto in possesso, casualmente, di una macchina fotografica, che getta il malocchio alle persone ritratte con essa. Il signor Block ha scoperto che dei dieci amici fotografati: sei erano morti in incidenti stradali, uno in un incendio, due annegati mentre erano a pescare con la barca e il decimo morto strozzato da un ossicino del pollo che stava mangiando.

La scoperta più agghiacciante il professore l'ha fatta quando, indagando per curiosità su uno dei tanti passanti che apparivano per caso sulle foto, ha saputo che era stato stroncato, due giorni dopo la foto, da un'emorragia cerebrale. Franz Block ha subito donato l'apparecchio fotografico ad alcuni studiosi di parapsicologia e, terrorizzato, ha detto: "Questa macchina fotografica è stata fabbricata dal diavolo in persona e viene direttamente dall'inferno".

Abramo Lincoln e John Fitzgerald Kennedy
Misteri analoghi a quelli finora raccontati costellarono persino la vita e la morte dei presidenti americani Abraham Lincoln (1809-1865) e John Fitzgerald Kennedy (1917-1963). Si racconta inoltre che Lincoln appaia sempre alla vigilia della morte di un altro presidente e pare, infatti, che sia apparso anche a John Kennedy il giorno prima di partire per Dallas, sua ultima fatale visita. Tantissime e straordinarie furono le coincidenze, che costellarono la vita e la morte di questi due presidenti. Troppe, per essere sbrigativamente attribuite al caso.

Innanzitutto, Lincoln venne eletto presidente nel 1860. Kennedy, esattamente 100 anni dopo, nel 1960. Lincoln fu ucciso di venerdì, alla presenza della moglie. Anche Kennedy venne assassinato mentre era al fianco di sua moglie, e di venerdì. Ad entrambi i presidenti spararono, e tutti e due furono colpiti da dietro e alla nuca. Subito dopo l'attentato, ricevettero i primi soccorsi dalla propria moglie. Lincoln e Kennedy morirono senza riprendere conoscenza.

Oltre ai particolari della morte in comune, ne esistono altri. La moglie del presidente Lincoln perse un figlio, mentre risiedeva alla Casa Bianca. La stessa cosa accadde alla moglie di Kennedy. Sia Lincoln che Kennedy avevano avuto 4 figli e, al momento della loro uccisione, solo 2 di questi erano vivi. Il vice di Lincoln si chiamava Johnson ed era nato nel 1808. Il vice di Kennedy si chiamava, pure, Johnson ed era nato nel 1908, a distanza di 100 anni esatti dall'altro.

L'assassino di Lincoln si chiamava John Wilkes Bootk ed era nato nel 1839. L'assassino di Kennedy, Lee Harvey Oswald, era nato nel 1939, 100 anni dopo l'altro. E', pure, perlomeno curioso osservare che la somma delle lettere che compongono nome e cognome dell'assassino di Lincoln dà 15 come totale e così è anche per l'assassino di Kennedy.

Ma le coincidenze straordinarie non finiscono qui. John Wilkes Booth e Lee Harvey Oswald erano entrambi sudisti. Tutti e due i presidenti avevano condotto aspre battaglie per i diritti civili dei negri: Lincoln con il Proclama di Emancipazione e Kennedy con la legge sui Diritti Civili. Al momento dell'attentato Lincoln e Kennedy si trovavano assieme, oltre alle proprie mogli, ad una coppia di amici. Per quanto riguarda le coppie di amici, le donne rimasero illese, gli uomini furono feriti dagli attentatori (il maggiore Rathbone nel 1865 e il governatore Connally nel 1973).

Il segretario di Lincoln si chiamava Kennedy e cercò di dissuadere il presidente dall'andare a teatro quella sera. La segretaria di Kennedy si chiamava Lincoln e, anche lei, tentò di convincere il presidente a non andare a Dallas. Un altro fatto abbastanza singolare è che il marito della donna si chiamava Abraham, come Lincoln. Quando avvenne l'attentato, Kennedy stava attraversando le vie di Dallas su un'auto - guarda caso - di marca Lincoln, prodotta dal gruppo Ford. Booth assassinò Lincoln in un teatro e si rifugiò in un magazzino. Oswald sparò a Kennedy da un magazzino e si rifugiò in un teatro. Booth spirò 11 giorni dopo Abramo Lincoln, entrambi alle 7,20 del mattino. Oswald morì 48 ore dopo Kennedy, pure, alla stessa ora, le 13. A Lincoln successe Andrew Johnson e a Kennedy Lindon Johnson. Durante il loro ultimo anno di presidenza, sia Andrew sia Lindon Johnson furono travolti da uno scandalo politico, che impedì loro di candidarsi per un nuovo mandato.

Alcuni studiosi attribuiscono ai numeri particolari poteri. Vi sono strabilianti casi di ciclicità storica. Mouèsan de la Villoret enuncia, al proposito, sette leggi. La prima afferma che esiste "...un rapporto costante fra il numero effettivo dei capi di uno Stato o dei principi di una dinastia e la somma delle cifre, sia della prima, che dell'ultima data o delle due riunite".

Studiando la dinastia dei Merovingi, Mouèsan de la Villoret scoprì che l'incoronazione di Clodione, primo re, si verificò nell'anno 427, che, sommato a sé stesso, (4+2+7) dà 13 e che anche quella dell'ultimo re, Childerico II, che avvenne nell'anno 670, (6+7) dà ancora 13. I re Merovingi furono 13.

Un altro enunciato afferma che, capovolgendo la data iniziale di una monarchia, si ottiene l'anno della sua fine. Ad esempio, l'anno d'inizio dei Carolingi: il 789 invertito ci dà l'anno dell'estinzione della monarchia carolingia. Il dogato di Venezia ha inizio il 697; invertendo l'anno in questione si ottiene quello della sua fine: 1796.

Il numero 3 influenzò, con insistenza, la vita del principe Bismark. Egli, infatti, servì 3 sovrani, combattè 3 guerre, fu l'artefice della stipulazione di 3 trattati di pace, rese possibile l'incontro di 3 inperatori e preparò la Triplice Alleanza. I simboli araldici del suo casato furono le foglie del trifoglio e 3 foglie di quercia col motto "In trinitate rebur". Ebbe, ancora, 3 figli, 3 possedimenti e controllò 3 partiti: i conservatori, i liberali e gli ultramontani.

In relazioni a certi cicli, che segnano eventi luttuosi, vi è un esempio molto illuminante ci viene dalla storia dei re d'Inghilterra. Sto parlando del "sabato nero" della monarchia inglese. Un sabato, il 18 marzo del 1702, morì Guglielmo II. Un sabato, l'1 agosto del 1704, trapassò la regina Anna. Anche di sabato, il 10 giugno 1727, morì Giorgio I° e, sempre di sabato, il 25 ottobre 1760, si spense Giorgio II°. Di sabato morì anche Giorgio III°, era il 30 gennaio 1820. Ancora di sabato, il 26 giugno 1830, morì Giorgio IV. Identica sorte toccò ad Eduardo VII, quando morì era sabato 7 maggio 1910.

Numeri e date sconcertanti
J. G. Bourgeat illustra un interessante esempio di queste sottili relazioni, a dir poco singolari, fornendo un eclatante esempio col numero 539. Riassumo lo studio di Bourgeat, che, a sua volta, trae dal libro "Ricerche sulle funzioni provvidenziali delle date e dei nomi negli annuali di tutti i popoli":

Sommando all'anno di nascita di Luigi IX, (23 aprile) 1215, il numero 539 otteniamo l'anno di nascita di Luigi XVI, (23 agosto) 1754. Addizionando il 539 al 1225, anno di nascita della sorella di Luigi IX, Elisabetta, otteniamo 1764, che è l'anno in cui nacque la sorella di Luigi XVI, pure di nome Elisabetta. Aggiungendo il 539 all'anno della morte, il 1226, del padre di Luigi IX, Luigi VIII, otteniamo 1765, che è l'anno di morte del padre di Luigi XVI, Luigi (Delfino).

Effettuando la stessa operazione per l'anno di matrimonio di Luigi IX, il 1231 (1231+ 539) otterremo come totale 1770, che è l'anno di matrimonio di Luigi XVI. Addizionando 539 al 1225, anno della maggiore età e del governo personale di Luigi IX, otteniamo 1774, che corrisponde all'anno dell'avvento di Luigi XVI. Il 1243, anno in cui Luigi IX stipulò una tregua con Enrico III, sommato a 539 dà come totale 1782; anno in cui Luigi XVI iniziò i preliminari della pace con Giorgio III.

Nel 1249 un nobile orientale, con un ambasciatore, fece sapere a Luigi IX di volersi convertire al cristianesimo. Addizionando all'anno in questione 539 otteniamo 1788, che corrisponde all'anno in cui un ambasciatore d'Oriente annunciò a Luigi XVI che il suo principe desiderava abbracciare la religione cristiana. Il 1250, anno della prigionia di Luigi IX e dell'abbandono dei suoi, sommato al 539 dà come totale 1789, che corrisponde all'anno della prigionia di Luigi XVI (5 e 6 di ottobre) e dell'abbandono dei suoi.

Aggiungendo 539 al 1253, anno della morte della madre di Luigi IX, la regina Bianca, otteniamo 1792 che è pure l'anno della morte del regno di Lys, detta anche morte della monarchia bianca. Nel 1254 Luigi IX abbandonò il mondo per farsi Giacobino e, sempre nello stesso anno, visita la Maddalena in Provence. Sommiamo l'anno in questione al 539 e otteniamo 1793, anno in cui Luigi XVI è preso dai Giacobini e condotto al patibolo. Viene inumato nel cimitero della Maddalena dove fu portato dai Provenzali chiamati Marsigliesi.

Certi numeri sembrano davvero avere strane relazioni con la vita delle persone. E' il caso della vita di padre Pio, tutta costellata misteriosamente dal numero 5. Egli nacque il 25/5/1887 alle 5 pomeridiane. L'anno della sua nascita cadeva nel quinto centenario di quella di san Francesco, perciò fu chiamato Francesco. Il paese del santo, Pietrelcina, allora contava 5 mila anime. I genitori Orazio Forgione e Maria Giuseppa De Nunzio ebbero in tutto 5 figli. Entrato nell'Ordine dei Cappuccini prese il nome di San Pio V, la cui festa cade il 5/5. Ordinato sacerdote a maggio (ancora 5) del 1910 rimase a Pietrelcina per 5 anni, poi partì per la prima guerra mondiale. Nell'anno 1918 fu mandato al convento di San Giovanni Rotondo, in cui vi erano 5 sacerdoti e gli fu assegnata la cella n. 5. Gli fu data la pensione di guerra di quinta categoria. Dal 5 al 7 agosto 1918, Padre Pio ha il primo e folgorante incontro con Dio. Quarantaquattro giorni dopo riceverà le Stigmate. La mattina del 5 ottobre 1925 viene operato d'urgenza, di ernia inguinale dal prof. Giorgio Festa.

Padre Pio profetizzò, nel 1936, la morte di Giorgio V, re d'Inghilterra, il giorno prima. Dopo l' apparizione delle stigmate fu visitato più volte dal professor Luigi Romanelli, per volere del Padre Provinciale di Foggia, che nella relazione finale, tra l'altro, scriveva: "Ho visitato Padre Pio cinque volte in 15 mesi...". Il 5/5 del 1956 padre Pio inaugura il grande complesso ospedaliero, da lui voluto e appena ultimato, celebrando la Santa Messa sulla scalinata dell'ospedale. Le stigmate (5 piaghe, nelle mani, nei piedi e al costato) hanno segnato le membra del santo frate per 5 decenni.

E che dire inoltre dei destini replicati dei pontefici Sisto V e Clemente XIV? I due entrarono dell'ordine dei frati francescani. Furono entrambi innalzati alla soglia pontificia, eletti all'unanimità, allo scoccare del 64esimo anno. Furono papi per l'identico periodo di tempo: 5 anni, 4 mesi e 3 giorni. Morirono entrambi a 69 anni.

Coincidenze impressionanti, vero? Troppo impressionanti e misteriose per non pensare che nella vita degli uomini non vi siano segrete connessioni, sinapsi in un fitto reticolo di destini di cui tutti noi facciamo parte.

Giuseppe Cosco


Per gentile concessione dell'autore.



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